La contingenza di un’alga preziosa: la spirulina
Mi trovavo a N’Djamena, capitale del Ciad. Era uno degli ultimi giorni della mia missione in questo Paese, partner assieme a Burkina Faso e Niger del progetto CISAO denominato “RUSSADE” sull’alta formazione universitaria.
Oltre alle solite riunioni di rito e alle visite alle varie sedi e laboratori universitari, i colleghi locali mi hanno raccontato di un tesoro unico, ma anche abbondante, del loro Paese: la spirulina del lago Ciad. Un luogo unico al mondo attorno a cui gravitano decine di etnie e circa 20 milioni di persone, ma che rischia di scomparire.
La spirulina non è l’unico tesoro del Lago. C’è il sale, o natron, utilizzato già dagli antichi egiziani; il kreb, un cereale selvatico e poco conosciuto che ancora oggi salva la vita ai nomadi nei periodi di carestia; ci sono i bovini razza Kuri dalle corna enormi, piene di alveoli e che, secondo le leggende locali, servono da galleggianti quando gli animali vanno a pascolare nel lago; ci sono varani, la cui preziosa pelle è venduta all’estero e milioni di quelea dal becco rosso, piccoli uccelli comunissimi in Africa che – se a volte possono mettere a rischio le colture – sono una delle più importanti fonti proteiche nella dieta delle popolazioni locali. E poi intorno al Lago ci sono manufatti, attrezzi e saperi unici, come le piroghe di giunco, le dighe di terra per la regimazione dell’acqua e le mezzelune per mantenere la sostanza organica nei suoli e consentire la coltivazione di piante e ortaggi.
Ma torniamo alla spirulina. Questa alga verde dall’elevato contenuto proteico, chiamata localmente “dhiè” non è, a dire il vero, esclusiva del Lago Ciad. Cresce spontaneamente in molti altri laghi del mondo in Cina, Nord e Sud America, Africa, e può essere anche “coltivata” in appositi reattori. Ma solo attorno al Lago la spirulina continua a essere una risorsa insostituibile nella dieta dei locali. Questa alga, infatti, è ricchissima di vitamine, minerali e proteine; sul mercato, la spirulina purificata, o derivante da coltivazione, viene venduta a prezzi elevatissimi sia per l’alimentazione umana (è la fonte più preziosa di vitamina B12 per i vegani, ma viene usata anche per fare impasti e condimenti) che per quella animale (gli allevatori arabi di cavalli spendono cifre esorbitanti per questa alga…).
Nel Lago Ciad la spirulina cresce spontaneamente grazie alla condizioni climatiche ideali, viene raccolta a mano dalle donne con dei catini e poi essiccata al sole sotto forma di torte che vengono frantumate in piccoli pezzi o sfarinate. Il sapore è quello tipico di un’alga e i cibi conditi con la spirulina si colorano di un verde più o meno intenso. I costi di produzione, o di raccolta, sono bassissimi rispetto a quelli della spirulina “coltivata” che ha, però, il vantaggio di essere più pulita e senza residui di sale e di sabbia che sono invece presenti in quella del Lago Ciad. Ma purificarla non sarebbe un processo costoso e durante la mia visita a N’Djamena abbiamo discusso sulla possibilità di avviare un progetto di raccolta e vendita di spirulina purificata da destinare al mercato locale e all’esportazione. Come già detto, il clima del Lago è ideale per una crescita rapida e abbondante di questa alga e i prezzi di vendita sarebbero sicuramente molto competitivi rispetto alla spirulina coltivata nei reattori ad acqua riscaldata presenti nei Paesi europei o del Nord America. Purtroppo, però, l’idea è rimasta sulla carta: la paura dell’instabilità politica del Paese e la presenza sempre più oppressiva dei terroristi di Boko Aram attorno al Lago hanno cancellato ogni nuovo progetto di cooperazione con il Ciad.
Prof. Riccardo Fortina